Già i Greci e poi successivamente i Romani avevano tradotto in pratica quello che oggi può essere ricondotto al concetto e alla funzionalità del divano, seppure con forme e usi diversi. L'idea di fondo era però la stessa e consisteva sempre nello sviluppo di una componente di arredo che fosse lunga e abbastanza comoda, nella quale potersi rilassare, ma anche conversare e mangiare, tanto da soli quanto in compagnia. Il divano, erede nel tempo del vecchio triclinio romano (al quale si ispira), arriva in Occidente attraverso la cultura ottomana; non a caso, la parola "divano" proviene da "diwàn", termine turco con il quale si definiva un mobile imbottito con braccioli, che nell'Impero Ottomano indicava il consiglio dei ministri. Il divano esce però un tantino di scena nel periodo medievale, a seguito dell'ingresso dello stile gotico che ad esso preferisce sedie rigide in legno con schienali alti e severi, che non rispondevano all'esigenza della comodità, in linea con l'atteggiamento austero della civiltà di quel tempo. Bisogna allora attendere il Rinascimento per rivedere la poltrona lunga, perché nel frattempo è subentrata l'abitudine di moltiplicare gli ambienti e ognuno riveste una funzione particolare. Il divano è un pezzo importante nell'arredamento dei salotti, ricopre persino un ruolo centrale e perde la durezza, perché a realizzarlo non sono più gli ebanisti ma i tappezzieri, che lo rendono morbido con cuscini e molle importate dall'Inghilterra. E in Piemonte nasce nell'800 il divano "a ventaglio": il legno è sempre una materia prima, ma limitata all'ossatura e anche lo stesso design subisce una variazione: la tipica forma rettangolare si tramuta in "esse" o "doppia esse". Anche la denominazione finisce con il cambiare: da divani a "confident" e "indiscrete", composti a volta da poltrone poste "vis à vis". Con l'avvento dell'industria, prendono sempre più campo il design e i nuovi materiali; nuovo è anche il concetto di abitazione, passando da casa di proprietà ad appartamento, spesso in affitto, che cambia la concezione degli ambienti e anche dell'arredamento. Il divano diventa l'elemento di primo piano del soggiorno, che a sua volta è il vano nel quale si trascorre la maggior parte della giornata. Il design è innovativo e i materiali inusuali, vedi il divano componibile "Superonda" di Archizom Associati, in due pezzi ricavati dal taglio di un sinusoide su un unico pane di poliuretano e rivestiti in sky. Ma gli esempi non mancano: lo "Strips" di Cini Boeri in poliuretano espanso, senza struttura rigida, oppure il "Maralunga" (anno 1973), costituito da un'anima metallica interna rivestita di poliuretano, che consente di ottenere diversi assetti. Quest'ultimo diverrà una sorta di "best seller" del tempo. Il divano è pertanto, a suo modo, un biglietto da visita per la zona giorno dell'abitazione, trattandosi in genere del primo "posto" in cui si fanno accomodare gli ospiti in visita, siano essi parenti, amici, conoscenti oppure persone di riguardo. Ecco allora che un divano deve essere comodo e di gradevole aspetto estetico, oltre che pratico nella sua pulizia; il suo stile deve essere in sintonia con quello della casa in cui si trova e anche il colore deve essere adeguato. Deve infine garantire un razionale - per non dire ottimale - utilizzo degli spazi.
Pubblicata il 21/02/2017