Quando si parla di "tappezzeria" si intende qualsiasi tipo di rivestimento usato nell'arredamento degli interni delle con funzione decorativa oppure pratica, ma anche per la copertura delle parti imbottite di un mobile. Sotto il termine di tappezzeria sono riuniti i tessuti lavorati con diverse tecniche, le carte da parati, le tele, i cuoi, gli arazzi e le stoffe ricamate. L'uso delle tappezzerie è di provenienza orientale, mentre gli Egiziani sapevano come venivano intessute: lo testimoniano gli esemplari rinvenuti in alcune tombe.
Già Omero e Filostrato, scrittori fra i più antichi in assoluto, citavano le stoffe tessute e istoriate per l'arredo di templi e palazzi reali e anche gli storici romani si rifacevano alle tappezzerie di Metello Scipione, che poi Nerone acquistò. Greci e Romani si rifornirono per molto tempo dall'Oriente di tessuti per rivestimenti e anche nei primi secoli dell'era volgare le chiese cristiane erano ornate con stoffe di provenienza orientale. La lavorazione dei tessuti per l'arredo dei luoghi sacri prende il via in Francia nell'VIII secolo e nel basso Medioevo l'uso della tappezzeria si estende dalle chiese ai palazzi signorili, con le stoffe drappeggiate e discostate dai muri che nascondevano aperture o pareti grezze.
Con ogni probabilità, si trattava di broccati, tessuti ricamati o arazzi e nei palazzi signorili del Rinascimento i tessuti divennero più ricchi, perché si preferì l'impiego di broccati, broccatelli e velluti, non dimenticando anche il cuoio negli interni degli edifici veneti e spagnoli, il cui uso si protrasse fino al XVII secolo. Con le stoffe più varie, invece, oltre all'abbigliamento si ricoprirono anche le parti imbottite dei mobili e nel periodo barocco le stoffe più sontuose furono applicate anche alle pareti. Nel secolo XVIII fanno la loro comparsa nuovi tessuti: è il caso di quelli lavorati a "Jouy" e presero campo soprattutto le carte da parati con cineserie o disegni che riproducevano le stoffe stampate o le pitture contemporanee.
All'inizio dell'800 la grande svolta: la tappezzeria in stoffa lascia il posto alle carte stampate e alle pareti tinteggiate e soltanto verso la fine del secolo (ma per una breve parentesi) si rivedranno i tessuti nelle abitazioni signorili. La tappezzeria si concentra quasi in esclusiva, quindi, sulla copertura delle parti imbottite dei mobili e sui tendaggi; molto raramente la si impiega per ricoprire le pareti. In parallelo con la storia della tappezzeria si è inevitabilmente sviluppata la figura professionale del tappezziere, molto apprezzata nella sua capacità manuale tanto da essere sottolineata anche nelle definizioni date dai dizionari.
Il Wikizionario, ad esempio, lo qualifica con termini di alto profilo: "artigiano artista, capace di rivestire in generale qualsiasi pezzo di arredamento al quale si fissa un materiale in tessuto, pelle o plastica, con evidenti doti di eleganza e senso estetico".
Pubblicata il 08/10/2014